Quando si parla di Papillomavirus dobbiamo distinguere due diversi interventi diagnostici
Il primo intervento è quello di rilevare la presenza del virus.
Il secondo intervento è quello di individuare la presenza di lesioni legate al virus
Il primo intervento è quello di rilevare la presenza del virus.
Il secondo intervento è quello di individuare la presenza di lesioni legate al virus
Presenza del virus a livello ginecologico
Da qualche anno è disponibile un test, il DNA HPV Test che consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell'utero che vengono successivamente analizzate per verificare la presenza di Papillomavirus. Può essere eseguito in combinazione con il PAP Test.
Da qualche anno è disponibile un test, il DNA HPV Test che consiste nel prelievo di una piccola quantità di cellule dal collo dell'utero che vengono successivamente analizzate per verificare la presenza di Papillomavirus. Può essere eseguito in combinazione con il PAP Test.
Presenza del virus nel cavo orale
Sempre più alla diagnostica viene richiesto di essere rapida, facile da effettuare, con elevata sensibilità e specificità oltre a prevedere materiali biologici che riducano l’invasività del prelievo. In quest’ottica da qualche tempo si sta esplorando la possibilità di avere le stesse informazioni diagnostiche utilizzando materiali biologici diversi da quelli tradizionali del sangue intero e del siero/plasma; nello specifico la saliva sembra essere uno dei migliori candidati. Nel caso specifico dell'HPV l’utilizzo della saliva consentirebbe un monitoraggio, o se vogliamo uno screening, potenzialmente di tutti i soggetti che si recano dall’odontoiatra. Un semplice prelievo di saliva potrebbe essere utilizzato addirittura nello studio dentistico per una diagnosi di presenza del virus. Al momento sono in via di sviluppo due sistemi, uno colorimetrico ed uno molecolare, per l’identificazione rapida di HPV16 in saliva. E’ infatti conosciuto dalla letteratura che il genotipo di interesse nel cavo orale è proprio il 16.
Sempre più alla diagnostica viene richiesto di essere rapida, facile da effettuare, con elevata sensibilità e specificità oltre a prevedere materiali biologici che riducano l’invasività del prelievo. In quest’ottica da qualche tempo si sta esplorando la possibilità di avere le stesse informazioni diagnostiche utilizzando materiali biologici diversi da quelli tradizionali del sangue intero e del siero/plasma; nello specifico la saliva sembra essere uno dei migliori candidati. Nel caso specifico dell'HPV l’utilizzo della saliva consentirebbe un monitoraggio, o se vogliamo uno screening, potenzialmente di tutti i soggetti che si recano dall’odontoiatra. Un semplice prelievo di saliva potrebbe essere utilizzato addirittura nello studio dentistico per una diagnosi di presenza del virus. Al momento sono in via di sviluppo due sistemi, uno colorimetrico ed uno molecolare, per l’identificazione rapida di HPV16 in saliva. E’ infatti conosciuto dalla letteratura che il genotipo di interesse nel cavo orale è proprio il 16.